IspirazioneHans Niemann fenomeno o mago dell’imbroglio?

Hans Niemann fenomeno o mago dell’imbroglio?

Nel mondo degli scacchi ha fatto notizia una partita della Sinquefield Cup, che si svolge ogni anno a St. Louis, nel Missouri.

La partita in questione è quella tra lo statunitense Hans Niemann, un giovanissimo scacchista di appena 19 anni, entrato da poco nei primi 100 del ranking mondiale, e il campione del mondo in carica Magnus Carlsen.

Mossa dopo mossa Niemann procede senza sbagliare un colpo e non lascia scampo allo svedese Carlsen, visibilmente amareggiato.

 

Se si prova a seguire la partita con l’aiuto di un motore – un software che calcola la mossa migliore da fare in base alla posizione di tutti i pezzi sulla scacchiera – ci si accorge subito che il giovane americano pesca ogni volta la prima scelta del computer, con una precisione assoluta.

 

Carlsen non perdeva da oltre cinquanta partite

 

La precisione impressionate delle mosse di Niemann e l’abbandono completamente inusuale in questo tipo di Coppa (non a eliminazione diretta) del campione in carica hanno sollevato non pochi dubbi.

 

Con un tweet velato Carlsen insinua che Niemann abbia imbrogliato!

 

A questo si somma un’intervista dove Niemann ammette di aver imbrogliato in passato per scalare più velocemente e giocare con avversari più forti sulla piattaforma Chess.com.

Errori di gioventù, commessi tra i 12 e 16 anni, che non si sono più ripetuti e soprattutto a detta sua mai in partite dal vivo

 

Il mondo degli scacchi è spaccato a metà tra chi crede a Carlsen e chi supporta Niemann.

 

Tuttavia, non ci sono prove e lo stesso staff arbitrale della Sinquefield Cup si è espresso dicendo che ogni scambio dall’inizio del torneo è stato svolto senza imbrogli.

 

Come ha fatto il giovane Niemann a battere l’esperienza di un campione del mondo?

Le nuove generazioni di giocatori sono cresciute allenandosi con l’intelligenza artificiale e questo cambia tutto. La capacità di apprendimento del cervello umano unita a una sequenza vincente studiata con AI consente di ottenere un vantaggio considerevole se non direttamente la vittoria.

 

Ad esempio AlphaZero, il nuovo algoritmo di Alphabet, ha superato il miglior motore di scacchi esistente in quattro ore. E ci riesce grazie a un approccio dell’intelligenza artificiale che imita il cervello umano.

“La qualità dei giocatori di scacchi moderni è diventata un po’ più alta”, ha detto Kenneth W. Regan, professore di informatica teorica dell’Università di Buffalo.

 

Insomma l’utilizzo dell’intelligenza artificiale come nuovo strumento per l’apprendimento sta cambiando le carte in tavola prendendo piede non solo nel mondo degli scacchi. 

 

Inserire nella didattica lo studio dell’AI significa fornire alle nuove generazioni strumenti utili per una vita migliore in cui la cultura digitale sostiene la trasformazione inclusiva del paese.

 

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