Sbagliare è una delle migliori opportunità che la vita possa offrire
Sin dai primi anni di vita siamo addestrati a fallire il meno possibile. Ci hanno insegnato che gli errori si pagano, e il sistema di valutazione scolastico sembra puntare alla perfezione. Alcuni sbagli vengono ingigantiti dagli adulti fino ad apparire quasi irreparabili. E così proliferano protocolli, regole, manuali che aiutano qualcuno ma per qualcun altro pesa come un limite per il pensiero e per le idee.
Ma è veramente questo quello di cui abbiamo bisogno?
Qualcuno dice che lavorativamente quando si raggiunge la stato di confidenza in un ruolo, ossia quando l’errore diventa raro, sia auspicabile il passaggio ad un livello superiore. È la sensazione che hanno provato coloro che hanno avuto una carriera repentina. Una nuova posizione, un’area di sfida, tanti stressor, poche certezze e diciamocelo: tanti sbagli. Finisce che l’errore diventa tuo amico, e alla fine ci trovi i lati positivi. Accetti che sia quasi indispensabile.
Purtroppo quando si lavora per altri l’errore puó non essere accettabile. “Il prodotto deve essere perfetto” viene ripetuto come un mantra, come se la perfezione esistesse davvero. È una frase giustificabile, perché nessuno vorrebbe mettere i suoi sogni nelle mani di uno spericolato che accetta di fallire. Se Michelangelo avesse detto a Papa Sisto IV “Io speriamo che me la cavo”, probabilmente non avrebbe mai avuto la commissione per la Cappella Sistina. Ma di errori e pasticci, ne avrà fatti anche lui quello è certo.
Eppure a volte capita di trovare dei coraggiosi. Illuminati che credono e rispettano il tentativo, sanno riconoscere la risorsa che è nascosta nello sbaglio. La mettono in conto, perchè è un prezzo da pagare. Chi non sbaglia non fa.
La paura di sbagliare a volte porta all’apatia. Eppure basta riconoscere le proprie risorse, dare fiducia alle persone che lavorano con noi e un possibile fallimento puó perdere il suo connotato catastrofico.
Sbagliare e riprovare con consapevolezza puó portare a risultati inaspettati ed eccezionali. E’ quello che conoscono bene gli sportivi, che quando scendono in campo o in pista sanno bene di aver un buon 50% di possibilità di fallire, ma di sicuro accettano che se dovesse andare male, faranno tesoro di quella esperienza, nella testa e nel corpo.
Si dice che le innumerevoli versioni dei Girasoli di Vincent Van Gogh fossero considerate errori dall’artista, fatti nell’intento di trovare la tonalità di giallo perfetta. Così scriveva a suo fratello Theo. Per molti quegli errori sono splendidi capolavori.